I macchinari utilizzati sono semplici, poco costosi, ma riproducono su grande scala il lavoro dell’uomo assecondando le necessità del SUOLO
Raccoglitrice a strappo È una macchina molto leggera opportunamente adattata per la raccolta a strappo: Il rotolama Si tratta di un rullo che viene trainato da un trattore che non rivolta mai il terreno, mantenendo integra la capillarità del suolo. La terra perciò “respira”, dando possibilità all’acqua sia di imbibire sia di percolare. Il rotolama è utilizzato solo nel caso di terreni già coltivati industrialmente per accelerare la formazione della lettiera organica. L’essiccazione solare Si tratta di un impianto che asciuga con aria riscaldata dai sistemi solari a costo zero. Non vi è consumo di combustibile di giorno ed è notevolmente migliorata la qualità e la resa in riso bianco del risone greggio. Si essicca a temperature di 36-40 gradi e la capacità minima è di 1000 quintali di risone per carico. Il ciclo medio di essiccazione in Italia è inferiore a 24 ore e l’impianto è molto economico grazie alla semplicità della struttura. La Semina a Spaglio Si tratta di uno spandiconcime utilizzato per la semina a spaglio. Permette una larghezza di lavoro fino a 25 m, diminuendo notevolmente i tempi della semina e il consumo di carburante. Tutte le attrezzature utilizzate seguono principi di semplificazione nel peso e nella tecnologia: sono il più possibile leggere e a bassa potenza (variabile tra 100 e 120 cv). Gli elementi trainanti sono tutti dotati, tranne la seminatrice, di gomme ad Ultra Bassa Pressione (UBP). Le gomme ad UBP sono delle gomme trattrici ad una pressione inferiore a 0,5 atmosfere. In questo modo al passaggio delle macchine il terreno viene schiacciato con una pressione di minimo di 300 gr/cm (il piede dell’uomo mediamente schiaccia 600 grammi per cm). In questo modo il passaggio dei macchinari non compatta il suolo, non crea carreggiate e non danneggia la fauna delle risaie. |